domenica 18 marzo 2012

domenica 11 marzo 2012

IL CENTRO...




25 gennaio 2011: il comitato Via (Valutazione di impatto ambientale) della Regione boccia l'impianto eolico che la società Ipotenusa di Agnone avrebbe voluto realizzare in un'area a poche centinaia di metri da Castelguidone. Ossia dieci torri da due megawatt di potenza ciascuna, alte 140 metri. 4 febbraio 2012: la società riproporrà in un'assemblea un nuovo progetto di wind-farm. In paese sono stati affissi i manifesti che annunciano l'incontro per domani, alle 16, nella struttura pluriuso del Comune. Il progetto questa volta prevede 7 aerogeneratori per una potenza di 14 megawatt. Il parco eolico, secondo l'impresa molisana, dovrebbe essere realizzato a Castelguidone ma i cavi e l'apparato di collegamento saranno interrati e attraverseranno altri tre comuni: Torrebruna, San Giovanni Lipioni e Celenza sul Trigno. La notizia ha risvegliato l'indignazione di chi aveva combattutto un anno fa contro l'impianto. Non mancano comunque i cittadini a favore. Se le condizioni meteo permetteranno l'assemblea, il clima probabilmente a dispetto della temperatura esterna, sarà infuocato. Il comitato Dinamismi, lo stesso che un anno fa (appoggiato da Wwf, Lipu e dall'associazione Altura) ottenne la bocciatura del primo progetto, ha annunciato una nuova battaglia. A giudizio degli ambientalisti l'area dell'impianto è bellissima dal punto di vista paesaggistico, ma molto fragile sotto l'aspetto ambientale in quanto riconosciuta a rischio idrogeologico. Impoverita qualche anno fa dagli incendi, se sottoposta a nuovi interventi, la zona, a parere delle associazioni contrarie alla wind-farm, potrebbe cedere. «Senza considerare che l'area è ricca di specie faunistiche rare quali il nibbio reale e il nibbio bruno, due esemplari che laddove esistono torri eoliche muoiono spesso schiantandosi contro le strutture», assicurano le associazioni. Di ben altro avviso la Ipotenusa, pronta ad offrire a Comune, sindaco, Mario Cicchilitti, cittadini e ambientalisti, tutte le assicurazioni necessarie.

mercoledì 7 marzo 2012

ENERGIA ALTERNATIVA


Spesso tale classe di fonti energetiche viene confusa o assimilata a quella delle fonti di energia rinnovabile (che in inglese sono sinonimi) o anche a quella delle fonti energetiche in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. In realtà le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia comprendendo "qualunque" modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Una differenza sostanziale ad esempio è la presenza fra le fonti alternative dell'energia nucleare che non viene compresa nell'altra classe in quanto considerata non rinnovabile.
Il termine divenne di uso comune negli anni settanta, a valle delle crisi petrolifere del 1973 e 1979, che avevano fatto vedere in maniera chiara le problematiche poste da un mondo dell'energia troppo dipendente dal petrolio e, in generale, dall'approvvigionamento di fonti fossili.
Negli ultimi trent'anni sono state investite nella ricerca in tal senso molte risorse umane ed economiche. Nonostante ciò, uno dei problemi è rappresentato da conflitti d'interesse tra chi dovrebbe investire i fondi nella ricerca e chi produce attualmente l'energia o chi vende petrolio: di conseguenza vengono a mancare le alternative per il futuro.
Ad oggi sta aumentando, da parte di numerosi ricercatori la preoccupazione per il futuro energetico dell'umanità. Secondo modelli ritenuti generalmente validi come ad esempio il modello di Hubbert, sembra che il petrolio sia in fase di esaurimento (molti pensano che si stia superando il picco di Hubbert). Se ciò si rivelasse vero, provocherebbe delle ripercussioni enormi (alcuni parlano di ripercussioni catastrofiche) sull'economia, lo sviluppo e il sostentamento dell'umanità nei prossimi decenni (in particolare del mondo industrializzato, che maggiormente utilizza queste fonti), in quanto estremamente dipendenti dal petrolio. Una via indicata da molti per non incappare in questi eventi, è l'emancipazione dall'utilizzo del petrolio come fonte energetica, investendo risorse, ricerca e fondi nello sviluppo di fonti alternative di energia, che attualmente ricoprono una percentuale pari a circa il 20% della produzione energetica mondiale.

martedì 6 marzo 2012

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domenica 4 marzo 2012

Energia...

Energia, risorse energetiche, petrolio, energia rinnovabile. Quando si parla delle future generazioni spesso si discute sull'utilizzo dell'energia e sullo sfruttamento delle risorse disponibili sul nostro pianeta. Cosa faremo quando si esaurirà il petrolio? Quali altre risorse potremo utlizzare? E, invece, cosa sappiamo sull'elettricità? Resta comunque in piedi un'altra questione: dove va a finire tutta questa energia? Ad alimentare altri consumi, costruzione di altri impianti, scomparsa di risorse e accumulo di rifiuti. Strade, macchine, città, al posto di paludi, foreste e praterie. Se saltasse fuori la famosa fusione nucleare, cosa potrebbe più arrestare questo processo? 

sabato 3 marzo 2012

Energie rinnovabili

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Energie rinnovabili
Turbina eolica
Eolica
Geotermica
Idroelettrica
Marina
Solare
In ingegneria energetica con il termine energie rinnovabili si intendono quelle forme
di energia generate da fonti di energia che per loro caratteristica intrinseca si rigenerano almeno alla stessa velocità con cui vengono consumate [1] o non sono "esauribili" nella scala dei tempi "umani" e, per estensione, il cui utilizzo non pregiudica le risorse naturali per le generazioni future. Sono dunque forme di energia alternative alle tradizionali fonti fossili e molte di esse hanno la peculiarità di essere anche energie pulite ovvero di non immettere in atmosfera sostanze nocive e/o climalteranti quali ad esempio la CO2. Esse sono dunque alla base della cosiddetta economia verde.

Descrizione [modifica]

Sono comunemente considerate tali l'energia idroelettrica, quella solare, eolica, marina e geotermica, ovvero quelle fonti il cui utilizzo attuale non ne pregiudica la disponibilità nel futuro. Al contrario, quelle "non rinnovabili", sia per avere lunghi periodi di formazione, di molto superiori a quelli di consumo attuale (in particolare fonti fossili quali petrolio, carbone, gas naturale), sia per essere presenti in riserve non inesauribili sulla scala dei tempi umana (in particolare l'isotopo 235 dell'uranio, l'elemento attualmente più utilizzato per produrre energia nucleare), sono limitate nel futuro. La classificazione delle diverse fonti è comunque soggetta a molti fattori, non necessariamente scientifici, il che crea disuniformità di classificazione.
Attualmente alcune di esse sono ancora allo stadio di ipotesi o in fase di sviluppo; non è quindi sempre chiaro il loro costo a regime, nonché il reale potenziale o peso sul fabbisogno di energia elettrica mondiale rispetto alle fonti di energia tradizionali quali combustibili fossili ed energia nucleare, vuoi anche per la non programmabilità di alcune di queste fonti (come fotovoltaico e eolico).

Energia rinnovabile, sostenibile e fonti alternative [modifica]

Se la definizione in senso stretto di "energia rinnovabile" è quella sopra enunciata, spesso vengono usate come sinonimi anche le locuzioni "energia sostenibile" e "fonti alternative di energia".
Esistono tuttavia delle sottili differenze:
Tuttavia, non esiste una definizione univoca dell'insieme delle fonti rinnovabili, esistendo in diversi ambiti diverse opinioni sull'inclusione o meno di una o più fonti nel gruppo delle "rinnovabili". Secondo la normativa di riferimento italiana, vengono considerate "rinnovabili":

« ...il sole, il vento, le risorse idriche, le risorse geotermiche, le maree, il moto ondoso e la trasformazione in energia elettrica dei prodotti vegetali o dei rifiuti organici e inorganici. »

([2])
Sole e vento: due fonti di energia rinnovabile
Rientrerebbero in questo campo dunque:
Una distinzione che spesso viene fatta in tale ambito è quella tra fonti rinnovabili "classiche" (essenzialmente idroelettrico e geotermia) e fonti rinnovabili "nuove" (anche dette "NFER"), tra cui vengono generalmente incluse l'energia solare, eolica e da biomassa.
Nell'ambito della produzione di energia elettrica le fonti rinnovabili vengono inoltre classificate in "fonti programmabili" e "fonti non programmabili', a seconda che possano essere programmate in base alla richiesta di energia oppure no. Secondo la definizione del Gestore dei Servizi Energetici (GSE, anche conosciuto come GRTN), nel primo gruppo rientrano "impianti idroelettrici a serbatoio e bacino, rifiuti solidi urbani, biomasse, impianti assimilati che utilizzano combustibili fossili, combustibili di processo o residui", mentre nel secondo gruppo (non programmabili) si trovano "impianti di produzione idroelettrici fluenti, eolici, geotermici, fotovoltaici, biogas"[3].
Talvolta, in alcuni ambiti, anche risparmio energetico ed efficienza energetica sono considerate - per estensione - "fonti rinnovabili"[4], sebbene a rigore tali tematiche facciano parte dell'utilizzo razionale dell'energia, e non della loro produzione. Taluni, ancora, considerano questi due aspetti, legati all'uso piuttosto che alla produzione, all'interno della categoria dell'energia sostenibile.
La tematica si intreccia anche con il problema del riscaldamento globale e delle emissioni di CO2: una definizione parallela di energie rinnovabili riguarda quindi anche il fatto che esse non contribuiscano all'aumento dell'effetto serra (pur fra difficoltà di effettiva verifica delle emissioni effettive e reali di tutta la filiera energetica/produttiva), sebbene anche in questo caso sia più rigoroso parlare di energia sostenibile, essendo l'accento posto sugli effetti ambientali della produzione di energia, piuttosto che sulle fonti da cui viene ottenuta.

Il caso dell'incenerimento dei rifiuti [modifica]

A proposito dell'incenerimento dei rifiuti (in Italia anche detta "termovalorizzazione"), è da notare che solo in Italia (in violazione delle direttive europee in materia) viene considerata rinnovabile totalmente l'energia prodotta dalla termovalorizzazione laddove la UE considera invece "rinnovabile" solo la parte organica dei rifiuti (ovvero gli scarti biodegradabili)[5].
Fonte rinnovabile, per la UE, significa quindi riproducibile dal Sole attraverso la fotosintesi e la catena trofica.
Tale posizione è condivisa da gran parte dei movimenti ambientalisti, per i quali deve essere scartata da tale computo l'energia prodotta dai rifiuti solidi urbani, in quanto questi sono prodotti anche con materie prime fossili o prodotti sintetici non biodegradabili. La sola parte organica dei rifiuti sarebbe dunque da considerarsi realmente "rinnovabile".

Il caso del nucleare [modifica]

Sebbene "non fossile", l'energia nucleare non è annoverabile fra le rinnovabili poiché basata sullo sfruttamento di riserve combustibili limitate di origine minerale, in particolare per quanto riguarda l'energia da fissione e il ciclo di reazione che si basa sull'uranio-235 come combustibile (ovvero in pratica il ciclo quasi esclusivamente sfruttato allo stato attuale). L'uranio-235 infatti costituisce solo lo 0,7% del totale dell'uranio presente in natura, e in base alle riserve di uranio fino ad oggi accertate si prevede che al consumo attuale, ma a prezzi di estrazione via via sempre più elevati, non ne resti che per 20-30 anni[6][7]. Sono peraltro ormai noti da diversi decenni (ma finora di limitato utilizzo per problemi tecnici e di sicurezza) cicli di reazione nucleare autofertilizzante che, sfruttando il più abbondante uranio-238 (più del 99% del totale), promettono di prolungare la durata delle riserve di minerale. Analogo discorso può essere fatto a proposito dell'uso del torio-232, combustibile nucleare naturale più abbondante dell'uranio che sarebbe utilizzabile sia in reattori tradizionali che in autofertilizzanti.
Anche la Commissione europea si è espressa affermando che il nucleare non è considerabile come fonte rinnovabile [8].
In prospettiva più lontana è allo studio lo sfruttamento dell'energia nucleare da fusione nel ciclo del deuterio e trizio: prodotta a partire da elementi in pratica inesauribili in natura, è pertanto anche da considerarsi energia rinnovabile secondo la definizione data sopra.
Una argomentazione per avallare non tanto la "rinnovabilità" quanto la "sostenibilità" dell'energia nucleare è la mancata produzione di anidride carbonica durante il processo di fissione nelle centrali nucleari. Viene tuttavia evidenziato che lo scavo del minerale, la sua raffinazione, l'arricchimento, il riprocessamento e lo stoccaggio delle scorie radioattive comportano comunque elevati consumi energetici e quindi una certa produzione di CO2, sebbene ciò avvenga (in misura diversa) anche per la produzione da altre fonti energetiche.

Il caso della geotermia [modifica]

Anche sulla classificazione dell'energia geotermica non esiste uniformità di giudizio, in quanto è stata rilevata e osservata la possibilità di esaurimento di un campo geotermico. Inoltre la produttività dei pozzi tende a diminuire nel tempo, anche del 30% in dieci anni.[9]

Dettagli sulle fonti rinnovabili [modifica]

Fonti rinnovabili classiche [modifica]

Sezione laterale di una diga idroelettrica
Una centrale geotermoelettrica presso The Geysers, nella California del nord, di circa 750 MW di potenza.
Le fonti rinnovabili generalmente dette "classiche" sono quelle che vengono sfruttate per la produzione di energia elettrica fin dall'inizio dell'età industriale. Le prospettive di uso futuro dipendono dall'esplorazione delle risorse potenziali disponibili, in particolare nei paesi in via di sviluppo e dalle richieste in relazione all'ambiente e all'accettazione sociale.
Tra le più antiche si trovano certamente le centrali idroelettriche, che hanno il vantaggio di avere lunga durata (molte delle centrali esistenti sono operative da oltre 100 anni). Inoltre le centrali idroelettriche sono pulite e hanno poche emissioni. Tuttavia si è scoperto che le emissioni sono apprezzabili soltanto se associate con bacini poco profondi in località calde (tropicali), sebbene in generale le centrali idroelettriche producano molte meno emissioni nel loro "ciclo vitale" rispetto agli altri tipi di produzione di energia. Altre critiche dirette alle grosse centrali idroelettriche a bacino includono lo spostamento degli abitanti delle zone in cui si decide di fare gli invasi necessari alla raccolta dell'acqua e il rilascio di grosse quantità di biossido di carbonio durante la loro costruzione e l'allagamento della riserva.[10]
L'energia prodotta da fonte idroelettrica, che ebbe un ruolo fondamentale durante la crescita delle reti elettriche nel XIX e nel XX secolo, sta sperimentando una rinascita della ricerca nel XXI secolo. Le aree con più elevata crescita nell'idroelettrico sono le economie asiatiche in forte crescita, con la Cina in testa; tuttavia anche altre nazioni asiatiche stanno installando molte centrali di questo tipo. Questa crescita è guidata dai crescenti costi energetici e il desiderio diffuso di generazione energetica "in casa", pulita, rinnovabile ed economica.
Le centrali geotermiche possono funzionare 24 ore al giorno, fornendo un apporto energetico di base e nel mondo la capacità produttiva potenziale stimata per la generazione geotermica è di 85 GW per i prossimi 30 anni. Tuttavia l'energia geotermica è accessibile soltanto in aree limitate del mondo, che includono gli Stati Uniti, l'America centrale, l'Indonesia, l'Africa orientale, le Filippine e l'Italia. Il costo dell'energia geotermica è diminuito drasticamente rispetto ai sistemi costruiti negli anni '70.[11] La generazione di calore per il riscaldamento geotermico può essere competitiva in molti paesi in grado di produrlo, ma anche in altre regioni dove la risorsa è a una temperatura più bassa.
La geotermia si rivolge alla ricerca e allo sfruttamento dell'energia di campi geotermici o di altre manifestazioni utilizzabili dal calore terrestre anche per utilizzi non collegati alla produzione di energia elettrica. Questa energia viene trasferita alla superficie terrestre attraverso i movimenti convettivi del magma o tramite le acque circolanti in profondità. Gli impianti geotermici possono essere usati per il riscaldamento, rinfrescamento degli edifici e produzione di acqua calda.
Gli impianti geotermici possono essere di due tipi:
  • a sonda verticale: le tubazioni vengono inserite verticalmente nel terreno fino a profondità di 150 mt. per il prelievo di calore dal sottosuolo;
  • a sonda orizzontale: le tubazioni in questo caso sono inserite in modo orizzontale nel terreno, e svolgono lo stesso ruolo delle precedenti. L'unico inconveniente è che occuperanno molto più sottosuolo rispetto all'altra tipologia di suolo. Solitamente sono inserite a 2 metri di profondità.

Nuove fonti di energia rinnovabile [modifica]

Il mercato per le tecnologie delle NFER è forte e in crescita principalmente in paesi come la Germania, la Spagna, gli Stati Uniti e il Giappone. La sfida è allargare le basi di mercato per una crescita continuativa in tutto il mondo. La diffusione strategica in un paese non solo riduce i costi della tecnologia per gli utenti locali, ma anche per quelli negli altri paesi, contribuendo a una riduzione generale dei costi e al miglioramento delle prestazioni.[11]
I sistemi di riscaldamento solare sono tecnologie di seconda generazione ben conosciute e generalmente consistono di collettori termici solari, un sistema fluidodinamico per trasferire il calore dal collettore al punto di utilizzo e un serbatoio o una cisterna per lo stoccaggio del calore per usi successivi. Tali sistemi possono essere usati per riscaldare l'acqua domestica, quella delle piscine o per riscaldare ambienti.[12] Il calore può anche essere usato per applicazioni industriali o come sorgente energetica per altri usi, come i dispositivi di raffreddamento.[13] In molte zone climatiche un sistema di riscaldamento solare può fornire una percentuale molto alta (dal 50 al 75%) dell'energia necessaria a riscaldare l'acqua domestica.
Centrale elettrica solare da 11 MW vicino a Serpa, in Portogallo
Negli anni '80 e nei primi anni '90 la maggior parte dei moduli fotovoltaici fornivano energia elettrica soltanto per le regioni isolate (non raggiungibili dalla rete elettrica), ma circa dal 1995 gli sforzi industriali si sono concentrati in modo considerevole sullo sviluppo di pannelli fotovoltaici integrati negli edifici e centrali allacciate alla rete elettrica. Attualmente la centrale fotovoltaica più grande del mondo si trova in Germania (Waldpolenz) con 30 MW di picco e un progetto di estensione a 40 MW[14], mentre quella più grande del nord America si trova presso la Nellis Air Force Base (15 MW).[15][16] Ci sono proposte per la costruzione di una centrale solare nel Victoria in Australia, che diverrebbe la più grande al mondo con una capacità produttiva di 154 MW.[17][18] Altre grosse centrali fotovoltaiche, progettate o in costruzione, includono la centrale elettrica "Girrasol" (da 62 MW),[19] e il "Parco Solare di Waldpolenz" in Germania (da 40 MW).[20]
Energia prodotta tramite l'eolico nel mondo e previsione dal 1997 al 2010, sorgente: WWEA
Alcune delle rinnovabili di seconda generazione, come l'eolico, hanno grossi potenziali di crescita e hanno già raggiunto dei bassi costi di produzione, comparabili con quelli delle altre fonti di energia. Alla fine del 2006 la capacità di produzione mondiale tramite generatori eolici era di 74,223 megawatt e nonostante attualmente fornisca meno dell'1% del fabbisogno mondiale, produce circa il 20% dell'elettricità in Danimarca, il 9% in Spagna e il 7% in Germania.[21][22] Tuttavia esistono alcune resistenze al posizionamento delle turbine in alcune zone per ragioni estetiche o paesaggistiche. Inoltre in alcuni casi potrebbe essere difficile integrare la produzione eolica nelle reti elettriche a causa dell'"aleatorietà" dell'approvvigionamento fornito.[11]
Informazioni su una pompa di benzina arricchita all'etanolo, California.
Il Brasile ha uno dei più grandi programmi per l'energia rinnovabile al mondo, coinvolgendo la produzione di bioetanolo dalla canna da zucchero e l'etanolo ora fornisce il 18% del carburante automobilistico. Come risultato, assieme allo sfruttamento delle locali profonde riserve petrolifere, il Brasile, che in passato doveva importare una grande quantità di petrolio necessario al consumo interno, ha recentemente raggiunto la completa autosufficienza petrolifera.[23][24][25]
La maggior parte delle automobili usate oggi negli Stati Uniti possono utilizzare miscele fino al 10% di etanolo, e i costruttori di motori stanno già producendo veicoli progettati per utilizzare miscele con percentuali più elevate. La Ford, la Daimler AG e la General Motors sono tra le compagnie produttrici di automobili, camion e furgoni "flexible-fuel" (letteralmente a "carburante flessibile") che utilizzano miscele di benzina e etanolo dalla benzina pura sino all'85% di etanolo (E85). Dalla metà del 2006 sono stati venduti circa sei milioni di veicoli E85 compatibili negli Stati Uniti.[26]

Tecnologie del futuro [modifica]

Le tecnologie che sono ancora in corso di sviluppo includono la gassificazione avanzata delle biomasse, le tecnologie di bioraffinazione, le centrali solari termodinamiche, l'energia geotermica da rocce calde e asciutte (Hot-dry-rocks) e lo sfruttamento dell'energia oceanica.[11] Tali tecnologie non sono ancora completamente testate o hanno una commercializzazione limitata. Molte sono all'orizzonte e potrebbero avere un potenziale comparabile alle altre forme energetiche rinnovabili, ma dipendono ancora dal dover attrarre adeguati investimenti in ricerca e sviluppo.[11]
Secondo l'IEA, le nuove tecnologie bioenergetiche (biocarburanti) che si stanno sviluppando oggi, in particolare le bioraffinerie per l'etanolo dalla cellulosa, potrebbero permettere ai biocarburanti di giocare un ruolo molto più importante nel futuro di quanto si pensasse in precedenza.[27] L'etanolo da cellulosa si può ottenere da materia organica di piante composta principalmente da fibre di cellulosa non commestibili che ne formano gli steli e i rami. I residui delle coltivazioni (come i gambi del mais, la paglia del grano e del riso), gli scarti di legno e i rifiuti solidi cittadini sono sorgenti potenziali di biomassa di cellulosa. Colture dedicate alla produzione energetica, come il panicum virgatum, sono promettenti fonti di cellulosa che possono essere sostenibilmente prodotte in molte regioni degli Stati Uniti.[28]
Schizzo di un collettore solare parabolico
Le centrali solari termodinamiche sono state rese operative commercialmente con successo in California alla fine degli anni '80, comprendendo la più grande centrale solare di ogni genere, le centrali del gruppo Solar Energy Generating Systems da 350 MW totali. La Nevada Solar One è un'altra centrale da 64 MW recentemente aperta.[29] Altre centrali solari paraboliche proposte sono le due da 50 MW in Spagna e una da 100 MW in Israele.[30]
In termini di sfruttamento dell'energia degli oceani, un'altra delle tecnologie di terza generazione, il Portogallo ha la prima centrale a onde marine commerciale al mondo, l'Aguçadora Wave Park, in costruzione dal 2007. La centrale userà inizialmente tre macchine Pelamis P-750 in grado di generare 2,25 MW[31][32] e i costi sono stimati intorno agli 8,5 milioni di euro. Nel caso si rivelasse un successo, altri 70 milioni di euro saranno investiti prima del 2009 in altre 28 macchine per generare 525 MW.[33] Sono stati annunciati in Scozia nel febbraio del 2007 finanziamenti per una centrale a onde marine dal Governo scozzese, per un costo di oltre 4 milioni di sterline, come parte di un pacchetto di investimenti di 13 milioni di sterline per l'energia oceanica in Scozia. La centrale sarà la più grande al mondo con una capacità di 3 MW generata da quattro macchine Pelamis.[34].
Nel 2007 la prima centrale al mondo ad energia mareomotrice di concezione moderna viene installata nello stretto di Strangford Lough in Irlanda (sebbene in Francia una centrale di questo tipo, con sbarramento, fosse gia in funzione negli anni '60). Il generatore sottomarino da 1,2 MW, parte dello schema per il finanziamento per l'ambiente e le energie rinnovabili nell'Irlanda del nord, approfitterà del veloce flusso di marea (fino a 4 metri al secondo) nel braccio di mare. Anche se ci si aspetta che il generatore produca abbastanza energia per rifornire un migliaio di case, le turbine avranno un impatto ambientale minimo, poiché saranno quasi completamente sommerse e il movimento dei rotori non costituisce un pericolo per la fauna selvatica poiché girano a una velocità relativamente bassa.[35]
I pannelli solari che usano la nanotecnologia, che può costruire circuiti a partire da singole molecole di silicio, potrebbero costare la metà delle tradizionali celle fotovoltaiche, secondo quanto dicono i dirigenti e gli investitori coinvolti nello sviluppo dei prodotti.

Produzione italiana di energia elettrica da fonti rinnovabili [modifica]

Produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia. Elaborazione da dati pubblicati da GSE / Terna
Per lungo tempo (fino a circa i primi anni sessanta) la produzione energetica italiana è stata in larga parte rinnovabile, grazie in particolare alle centrali idroelettriche dell'arco alpino e, in misura minore, dell'Appennino (oltre a quote minori relative alla geotermia in Toscana). Oggi tuttavia, a causa dell'accresciuta richiesta di energia, nonché al quasi esaurimento della possibilità di nuove grandi installazioni idroelettriche, le rinnovabili rappresentano quote minori della produzione.
Nel 2010 l'Italia ha prodotto circa 76,9 TWh di elettricità da fonti rinnovabili, pari al 22,2% del fabbisogno nazionale lordo, con il 15,8% proveniente da fonte idroelettrica e la restante parte data dalla somma di geotermico, eolico e combustione di biomassa o rifiuti. Con tali valori, circa il 90% della produzione rinnovabile è prodotto con impianti definiti "programmabili".[36]
Variazioni percentuali fonti di energia rinnovabile in Italia. Elaborazione da dati pubblicati da GSE / Terna
Con tali valori, l'Italia risulta essere il quinto produttore di elettricità da fonti rinnovabili nell'UE-15[37].
È da notare, tuttavia, che solo negli ultimi anni la produzione rinnovabile italiana è cresciuta in maniera significativa grazie ad una sensibile crescita delle fonti eolica, fotovoltaica e da combustione di biomassa, in quanto per lungo tempo tale produzione era costituita essenzialmente solo dalle fonti idroelettrica e geotermica, di fatto quasi giunte alla saturazione del potenziale economicamente sfruttabile in Italia.
Inoltre, nonostante gli incentivi, l'Italia deve anche fare i conti con ritardi legislativi e di adeguatezza delle reti di distribuzione.
Per quanto riguarda la produttività delle fonti energetiche rinnovabili, in particolare per l'eolico e fotovoltaico, spesso le ore/anno effettive di funzionamento degli impianti sono minori rispetto alle ore/anno di funzionamento preventivate in sede di progetto e alla potenza incentivata. Questo in parte accade per effetto delle analisi preventive che potrebbero essere troppo ottimistiche.

INFORMAZIONI RICAVATE DA:WIKIPEDIA 

energie rinnovabili

POI - Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico

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Premessa

Il processo di costruzione del Programma Operativo Interregionale “Energie rinnovabili e risparmio energetico” 2007-2013 è frutto di una lunga ed intensa attività di analisi e di programmazione avvenuta nell’ambito di un gruppo di lavoro, che ha coinvolto diversi soggetti istituzionali, in particolare le Amministrazioni centrali (Ministero dello Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare), le Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) e le Regioni Competitività (Abruzzo, Basilicata, Molise e Sardegna).

Obiettivi

Il POIN Energia, in linea con gli obiettivi e le misure individuati dalla Strategia di Lisbona per il rilancio della competitività europea, costituisce lo strumento attraverso il quale si è scelto di dare attuazione alle previsioni del Quadro Strategico Nazionale 2007-2013 in materia di energia ed ha come obiettivi principali quelli di “aumentare la quota di energia consumata proveniente da fonti rinnovabili e migliorare l’efficienza energetica, promuovendo le opportunità di sviluppo locale”.

In relazione ai due obiettivi specifici riguardanti la produzione di energia da fonte rinnovabile e la promozione dell’efficienza energetica, le aree di intervento del programma sono:
  • La progettazione e la costruzione di modelli integrati, come ad esempio quelli di filiera, sia in relazione alla produzione di energia da fonti rinnovabili, sia in relazione al risparmio energetico, in particolare in aree a forte vocazione ambientale 
  • L’adeguamento dell’infrastruttura di rete necessaria a garantire il trasporto dell’energia prodotta da fonte rinnovabile
  • Il consolidamento, l’accrescimento e la diffusione di informazioni e know how che possano consentire decisioni consapevoli da parte delle amministrazioni e della popolazione.

Descrizione del contesto

Il Programma Interregionale Energie Rinnovabili e Risparmio Energetico si articola in tre Assi prioritari:
  1. Asse I: Produzione di energia da fonti rinnovabili (779 milioni di euro)
  2. Asse II: Efficienza energetica ed ottimizzazione del sistema energetico (764 milioni di euro)
  3. Asse III: Assistenza Tecnica e azioni di accompagnamento (64 milioni di euro).

Le risorse totali assegnate al Programma sono pari a 1.608,1 milioni di euro, cui si aggiungono quelle destinate al Fondo per le Aree Sottoutilizzate (FAS) (circa 700,7 milioni di euro).
I principali organismi responsabili della gestione del Programma sono i seguenti:
  • L’Autorità di Gestione (AdG), organismo cui è demandata l’attività di indirizzo e orientamento dei processi di programmazione e di individuazione delle iniziative da finanziare, oltre che la gestione e l’attuazione del Programma, individuata nella Regione Puglia;
  • Il Comitato Tecnico Congiunto per l’Attuazione del Programma (CTCA), presieduto dalla Direzione Generale per l’Energia e le Risorse Minerarie del Ministero dello Sviluppo Economico, il quale affianca l’AdG nella gestione ed attuazione del Programma e rappresenta la sede di confronto e di consultazione in materia di integrazione strategica ed operativa, con particolare riferimento agli aspetti di governance e complementarietà degli interventi nazionali e regionali e per l’analisi comune di specifici aspetti inerenti ambiti di intervento e obiettivi convergenti dell’azione del POIN con i POR (Programmi Operativi Regionali) e i PON (Programmi Operativi Nazionali)
  • Il Comitato di Sorveglianza (CdS), il quale ha la funzione di accertare l’efficacia e la qualità dell’attuazione del Programma Operativo
  • L’Autorità di Certificazione (AdC), responsabile della corretta certificazione delle spese erogate a valere sui fondi comunitari/statali per l’attuazione del Programma
  • L’Autorità di Audit (AdA), responsabile della verifica dell’efficace funzionamento del sistema di gestione e di controllo. Questa funzione è attribuita al dirigente pro-tempore  del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e di Coesione - Unità di Verifica degli Investimenti Pubblici (UVER) del Ministero dello Sviluppo Economico.
INFORMAZIONI RICAVATE DA:  www.sviluppoeconomico.gov

venerdì 2 marzo 2012

LO SPRECO DI ENERGIA COMINCIA DA CASA...

I palazzi e in genere le costruzioni dentro cui abitiamo sono stati realizzati, nella maggiore parte dei casi, in tempi in cui l’emergenza energetica era di la da venire. E con le stesse logiche costruttive si è ancora continuato anche quando il prezzo del petrolio ha superato i 100 euro al barile e soprattutto si è diffusa la consapevolezza che il petrolio è risorsa scarsa e destinata a finire.
C’è chi accusa le nostre case di essere dei colabrodo dal punto di vista dello spreco energetico e uno studio di Legambiente, in collaborazione con Edison, in quattro città, Roma, Milano, Firenze e Bolzano, sembra confermarlo.
Sotto questo profilo, la città dove si presta maggiore attenzione allo spreco di energia attraverso gli immobili è Bolzano, c on risparmi fino a un quarto rispetto ai consumi precedenti. Merito, sostiene Legambiente, di una “certificazione energetica” che dovrebbe essere imposta a tutti e fare parte integrante dell’atto di compravendita di ogni immobile, fpsse anche un semplice garage.
La certificazione attesta la rispondenza della costruzione a determinati standard di isolamento termico che consentono appunto i risparmi di energia.
  • DATI:

Ben il 45% dei consumi energetici nazionali è causato dagli sprechi causati dalle case inefficienti, poco coibentate dal freddo o progettate in modo da non tenere in conto il risparmio energetico. Aldilà dell'elevato costo equivalente di petrolio (Mtep) pagato dal nostro paese in importazioni, circa 84 tonnellate, l'eccesso di spesa energetica si trasla in avanti nella bolletta delle famiglie italiane. L'efficienza energetica "in casa" potrebbe, inoltre, ridurre del 20% le emissioni di gas serra, ben oltre quanto richiesto dai restrittivi parametri di Kyoto.
Gli articoli pubblicati su diversi media online prendono spunto da uno studio del Libro Bianco Energia - Ambiente Edificio dell'Enea e della Federazione Industrie Finco presentato in questi giorni in Confindustria e al Ministero dell'Ambiente. In Italia si contano 26 milioni di abitazioni di cui circa circa il 66% progettate senza alcuna attenzione al problema dell'efficienza energetica.
Dallo studio emerge una preoccupante crescita del 2% l'anno dei consumi kilowattora nel settore civiledovuta a una cattiva gestione dell'illuminazione interna, a uno scarso isolamento delle case dal freddo esterno e, infine, alla rapida diffusione dell'aria condizionata negli edifici. Oggi, oltre 7 milioni di climatizzatori rinfrescano le estati torride degli italiani contribuendo, però, ad aumentare il calore esterno alle case peggiorando, di conseguenza, l'effetto serra.
In buona sostanza, siamo costretti ad accendere i climatizzatori per rinfrescarci dal calore esterno causato dall 'effetto serra ma, così facendo, contribuiamo noi stessi ad accelerare il fenomeno l'effetto serra. Un circolo vizioso da cui non si esce senza un'opportuna strategia di efficienza energetica. Se un tempo la "casa ecologica" era da considerarsi una stravaganza per ricchi oggi sussistono seri e razionali motivi per trasformarla in una regola per tutti.
 Un grande spreco di energia è dovuto anche dai computer che spesso rimangono accesi per intere giornate
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